[QUOTE=CiaoSilvia,22/9/2010, 22]
"Casa di Montecarlo è di Tulliani"??
Fini, c'è documento su società off shore
Indagini delle autorità caraibiche danno nuove informazioni sulle società off-shore coinvolte nell'affare immobiliare monegasco e sul ruolo di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Gianfranco Fini. In un documento riservato del governo dell'isola di Saint Lucia emerge che il "cognato" del presidente della Camera è il titolare delle due società che comprarono da An per 300mila euro l'immobile di Montecarlo.
Secondo il documento, pubblicato dal giornale dominicano El Nacional e rilanciato da Dagospia e da Il Giornale, dopo gli accertamenti sulle società da parte del governo del paradiso fiscale di Saint Lucia "è stato possibile accertare che il proprietario beneficiario della compagnia è il signor Giancarlo Tulliani".
La lettera pubblicata si riferisce a un'inchiesta avviata dal ministro della Giustizia di Saint Lucia, inviata il 16 settembre 2010 al capo del governo dell'isola caraibica Stephenson King. Nel documento il ministro spiega il perché dell'interesse governativo alla questione della casa di Montecarlo scaturito dalle informazioni ricevute da "una potenziale pubblicità negativa" a mezzo stampa internazionale.
"Ho richiesto al direttore dei servizi finanziari di investigare sulle compagnie di cui si parla (Timara Ltd e Printemps Ltd)", aggiunge il ministro. "La nostra richiesta era dovuta a notizie di stampa di giornali internazionali che coinvolgevano compagnie che operavano della giurisdizione di Saint Lucia" per verificare se fossero state rispettate leggi e regolamenti che governano il settore off shore".
"Abbiamo investigato le seguenti compagnie: Printemps Ltd, Timara Ltd e Jaaman Director Ltd. Queste compagnie sono collegate all'acuisto di un appartamento che era di proprietà di un partito politico italiano e che si trovava a Monaco".
<b>Gian Carlo Tulliani: "Non c'entro nulla"</b>
Il fratello di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, "smentisce categoricamente la notizia secondo la quale ci sarebbe la sua persona dietro la società off-shore che ha comprato l'appartamento monegasco, ribadendo di essere un semplice conduttore della suddetta unità immobiliare". Lo precisano, in una nota, i suoi legali. Parlando del documento pubblicato sui giornali, i difensori di Tulliani sostengono che da "una prima indagine emergono forti perplessità sulla sua autenticità". Gian Carlo Tulliani, fanno sapere ancora i due legali, "si riserva di adire le competenti autorità civili e penali per far sanzionare l'ennesimo vergognoso e inaccettabile tentativo di coinvolgere la sua persona in una vicenda artatamente creata per un mero e chiaro fine politico".
<b>Bocchino: se la casa è di Tulliani Fini dovrà chiarire</b>
Commenta così le ultime rivelazioni il capogruppo di Fli alla Cmaera Italo Bocchino: "Se dovesse emergere che la proprietà è veramente di Giancarlo Tulliani io credo che effettivamente è una cosa su cui Fini dovrebbe dare una risposta. Ma conoscendo Fini sono assolutamente certo che se questo è vero lo apprende anche lui oggi dai giornali".
<b>Fini: "Documento falso, una porcata"</b>
"Quel documento è una porcata, un falso", talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi segreti. Gianfranco Fini - prima ancora che cominciasse la riunione mattutina di Futuro e Libertà sulla votazione per Cosentino - aveva avuto modo di esprimere in modo chiaro ed inequivoco a diversi dei suoi la chiusura di ogni spazio di dialogo con Silvio Berlusconi *, dopo la pubblicazione da parte dei quotidiani di famiglia del Cavaliere dell'atto che attribuirebbe al cognato del Presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, la proprietà della società off shore proprietaria della casa di Montecarlo.
* Giustizia, stop a dialogo Pdl-Fli
Dopo "dossieraggio" contro Fini
Si sono bruscamente interrotti i colloqui tra gli "ambasciatori" di Berlusconi e Fini sui temi della giustizia. Negli ultimi giorni, il ministro Alfano con Italo Bocchino e Niccolò Ghedini con Giulia Bongiorno avevano avviato colloqui per un'intesa. In ambienti vicini a Fini si sarebbe venuti in possesso di "elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio".
Giustizia, stop a dialogo Pdl-Fli
Così ripagano del dialogo sullo "scudo", quindi a questo punto ne traiamo le conseguenze: stop al confronto. E' in sintesi il ragionamento che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha svolto con i principali dirigenti FLi che hanno avuto modo di sentirlo, sfogandosi per quanto apparso su alcuni quotidiani che hanno riferito di un presunto documento proveniente dall'estero sulla vicenda di Montecarlo.
Se la campagna ha raggiunto questi livelli, si ragiona in ambienti di Fli, allora è inutile continuare sulla strada del dialogo, a partire dai temi della giustizia. Anche perché, è opinione diffusa dentro Fli, di altro non si tratta se non di un'operazione di "dossieraggio" che potrebbe avere nei prossimi giorni ulteriori capitoli e che mira a far dimettere il presidente della Camera prima del 29 settembre, quando il premier Berlusconi parlerà alla Camera.
L'accusa: "Costruiscono prove false"
Sempre in ambienti vicini a Fini si sarebbe venuti in possesso di "elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio, con utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all'estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa". L'accusa viene esplicitata proprio da uno degli uomini più vicini a Fini, Carmelo Briguglio, che in qualità di membro del Copasir, ha annunciato l'intenzione di chiedere, al presidente D'Alema, "che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica assuma una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad Autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano".
"In particolare - aggiunge Briguglio - chiederò di approfondire, al di là delle smentite ufficiali, sia la possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di Servizi deviati, sia l'attività della nostra intelligence a tutela delle massime cariche della Repubblica rispetto a manovre messe in atto anche all'estero ai danni del Presidente della Camera dei Deputati". "A fronte di responsabilita' e competenze della Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Affari Esteri, considero una gravissima anomalia - ha detto Briguglio - che tali atti siano pubblicati e utilizzati con grande evidenza dal quotidiano di famiglia del Presidente del Consiglio per alimentare una incessante campagna scandalistica ai danni del Presidente di un ramo del Parlamento".
[/QUOTE]
[QUOTE=Proff Termidor,23/9/2010, 13]
Povero Fini...
anche lui come gli altri... :mava:
beh, la mano sul fuoco non ce la metto per nessun nostro politico!
e si parla di senso diffuso di sfiducia nella politica poi...
come mai? :hahah:
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[QUOTE=CiaoSilvia,23/9/2010, 20]
Fli: "Dossier fatto da un uomo del premier"
Accuse a Lavitola, editore dell'Avanti
ROMA - "Falso e diffamatorio chiamare in causa i servizi segreti". Palazzo Chigi contro Gianfranco Fini e il Fli: che ieri, a proposito degli articoli sul Giornale avevano parlato di "azioni di dossieraggio contro di noi" 1. La presidenza del Consiglio, lette le accuse contro i servizi, utilizzati secondo loro "per colpire la terza carica dello Stato" sulla casa di Montecarlo, reagisce con forza. E comincia una giornata nel segno del botta e risposta, fino a quando viene fuori nome e cognome della persona che sarebbe coinvolta nella costruzione della presunta "patacca": Valter Lavitola, editore e direttore dell'Avanti.
Il comunicato in mattinata. "Le illazioni, le voci e le congetture apparse su alcuni quotidiani in relazione ad una presunta attività di dossieraggio sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento", scrivono a Palazzo Chigi. "I 'Servizi' nelle loro diverse articolazioni e la Guardia di Finanza hanno già provveduto a smentire, non avendo mai svolto alcuna attività, né diretta né indiretta, né in Italia né all'estero, in relazione a queste voci. Di fronte alla gravità di queste insinuazioni la Presidenza del Consiglio non può non denunciare la totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica, ben sapendo che esse non hanno il minimo fondamento". Ma Italo Bocchino, capogruppo di Fli replica: "Nessuno ha mai dubitato della lealtà istituzionale dei nostri apparati di sicurezza. Il problema semmai è avere certezza che, come accaduto in passato, non ci siano azioni torbide, illegali, deviate che, come tali, non sono certo a conoscenza dei vertici. E questa certezza purtroppo non la pu avere nessuno, come dimostrano tante vicende anche recenti (vedi Pio Pompa)". Poi aggiunge la stilettata: "Il dossier è stato prodotto ad arte da un persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica di cui al momento opportuno saprete il nome". E il suo collega Carmelo Briguglio aggiunge: "Rinviamo al mittente le accuse di irresponsabilità, che la presidenza del Consiglio farebbe bene a indirizzare ad altri destinatari nelle immediate vicinanze".
Le smentite. E poco prima il Dis aveva preso posizione. "Con riferimento alle voci - si legge in una nota del Dipartimento di informazione per la sicurezza - alle insinuazioni e alle false notizie, riportate anche oggi dalla stampa, su presunte iniziative svolte in Italia e all'estero in merito all'immobile di Montecarlo, il Dis, sulla base delle formali assicurazioni in tal senso ricevute dai direttori dell'Aise e dell'Aisi, ribadisce l'assoluta infondatezza di quanto pubblicato in ordine ad attività di qualsiasi natura attribuite ai servizi di informazione per la sicurezza".
Molto più laconica la Guardia di Finanza che interviene con una nota del comando generale. "In relazione alle indiscrezioni giornalistiche anche oggi apparse sugli organi di stampa sulla vicenda di cronaca nota come 'la casa di Mmontecarlo', la Guardia di Finanza precisa che nessun suo appartenente ha svolto o sta svolgendo attività investigativa in territorio estero".
L'interrogazione. "E' assolutamente urgente che il governo italiano chiarisca che i nostri servizi servizi non sono coinvolti nelle vicende di dossieraggio che avrebbero avuto origine nei Caraibi e che riguardano il presidente della Camera Fini" chiede il senatore del Pd, Luigi Zanda, in un'interrogazione parlamentare. Secondo Zanda, "l'operazione di dossieraggio sarebbe stata compiuta in un'isola dei Caraibi, luogo noto anche per essere spesso frequentato da personaggi italiani di dubbia o pessima reputazione, operativi anche in altri paesi dell'America Latina".
In attesa che l'esecutivo chiarisca, gli uomini più vicini al presidente della Camera ritengono di aver raggiunto la ragionevole certezza per identificare l'uomo che ha manipolato e diffuso la falsa comunicazione del ministro della giustizia dell'isola off shore di Santa Lucia, nei Caraibi dove sono state costituite le società proprietarie dell'appartamento di Montecarlo abitato dal cogmnato di Fini, Giancarlo Tulliani. Italo Bocchino, capogruppo del Fli alla Camera, conferma: "Due fonti diverse, una nazionale e l'altra internazionale, ci hanno ribadito che si tratta di una persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica. Presto questo nome salterà fuori". Secondo gli uomini vicini a Gianfranco Fini, come Repubblica ha potuto accertare, la persona coinvolta sarebbe Valter Lavitola, editore e direttore dell'Avanti.
Ma i finiani insistono: "Una patacca". Bocchino, annunciando che il gruppo ha avuto l'adesione di Giampiero Catone del Pdl, rilancia: "Berlusconi non può mandare Ghedini e Alfano a dialogare con noi e poi ricevere Feltri e Sallusti per propagare le patacche". Il dialogo sul lodo Alfano era stato avviato ma ora di fronte "all'escalation della campagna mediatica contro Fini e i dossier basati su falsità, non si seguiranno le vie brevi per il lodo Alfano ma quelle regolamentari". Di 'patacche' parla anche Fabio Granata: "Ora è ufficiale, hanno scoperto che quel documento è una patacca, una fotocopia - ha detto Granata, conversando in Transatlantico e riferendosi al documento pubblicato sul 'Giornale' sulla vicenda della casa di Montecarlo. Il Fatto pubblica una dichiarazione della stamperia dello Stato di Santa Lucia: "Il documento Tulliani non è nostro".
In serata, Granata si confronta al Tg1 con Vittorio Feltri. E ribadisce: "Il documento in cui Tulliani viene indicato come proprietario della casa di Montecarlo è un falso: siamo a un killeraggio gestito da due giornali, di cui uno di proprietà della famiglia del premier". I due giornali di Santo Domingo che lo hanno pubblicato, lo hanno in seguito rimosso dai server.
se il documento si rilevasse falso, creato dagli uomini di berlusconi usando pezzi dei sevizi segreti, mi chiedo se i berlusconiani si renderanno finalmente conto del pericolo che rappresenta berlusconi per la democrazia, o se faranno finta ancora una volta che tutto va bene
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"Casa di Montecarlo è di Tulliani"??
Fini, c'è documento su società off shore
Indagini delle autorità caraibiche danno nuove informazioni sulle società off-shore coinvolte nell'affare immobiliare monegasco e sul ruolo di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna di Gianfranco Fini. In un documento riservato del governo dell'isola di Saint Lucia emerge che il "cognato" del presidente della Camera è il titolare delle due società che comprarono da An per 300mila euro l'immobile di Montecarlo.
Secondo il documento, pubblicato dal giornale dominicano El Nacional e rilanciato da Dagospia e da Il Giornale, dopo gli accertamenti sulle società da parte del governo del paradiso fiscale di Saint Lucia "è stato possibile accertare che il proprietario beneficiario della compagnia è il signor Giancarlo Tulliani".
La lettera pubblicata si riferisce a un'inchiesta avviata dal ministro della Giustizia di Saint Lucia, inviata il 16 settembre 2010 al capo del governo dell'isola caraibica Stephenson King. Nel documento il ministro spiega il perché dell'interesse governativo alla questione della casa di Montecarlo scaturito dalle informazioni ricevute da "una potenziale pubblicità negativa" a mezzo stampa internazionale.
"Ho richiesto al direttore dei servizi finanziari di investigare sulle compagnie di cui si parla (Timara Ltd e Printemps Ltd)", aggiunge il ministro. "La nostra richiesta era dovuta a notizie di stampa di giornali internazionali che coinvolgevano compagnie che operavano della giurisdizione di Saint Lucia" per verificare se fossero state rispettate leggi e regolamenti che governano il settore off shore".
"Abbiamo investigato le seguenti compagnie: Printemps Ltd, Timara Ltd e Jaaman Director Ltd. Queste compagnie sono collegate all'acuisto di un appartamento che era di proprietà di un partito politico italiano e che si trovava a Monaco".
<b>Gian Carlo Tulliani: "Non c'entro nulla"</b>
Il fratello di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, "smentisce categoricamente la notizia secondo la quale ci sarebbe la sua persona dietro la società off-shore che ha comprato l'appartamento monegasco, ribadendo di essere un semplice conduttore della suddetta unità immobiliare". Lo precisano, in una nota, i suoi legali. Parlando del documento pubblicato sui giornali, i difensori di Tulliani sostengono che da "una prima indagine emergono forti perplessità sulla sua autenticità". Gian Carlo Tulliani, fanno sapere ancora i due legali, "si riserva di adire le competenti autorità civili e penali per far sanzionare l'ennesimo vergognoso e inaccettabile tentativo di coinvolgere la sua persona in una vicenda artatamente creata per un mero e chiaro fine politico".
<b>Bocchino: se la casa è di Tulliani Fini dovrà chiarire</b>
Commenta così le ultime rivelazioni il capogruppo di Fli alla Cmaera Italo Bocchino: "Se dovesse emergere che la proprietà è veramente di Giancarlo Tulliani io credo che effettivamente è una cosa su cui Fini dovrebbe dare una risposta. Ma conoscendo Fini sono assolutamente certo che se questo è vero lo apprende anche lui oggi dai giornali".
<b>Fini: "Documento falso, una porcata"</b>
"Quel documento è una porcata, un falso", talmente fatto bene da pensare che dietro ci siano i servizi segreti. Gianfranco Fini - prima ancora che cominciasse la riunione mattutina di Futuro e Libertà sulla votazione per Cosentino - aveva avuto modo di esprimere in modo chiaro ed inequivoco a diversi dei suoi la chiusura di ogni spazio di dialogo con Silvio Berlusconi *, dopo la pubblicazione da parte dei quotidiani di famiglia del Cavaliere dell'atto che attribuirebbe al cognato del Presidente della Camera, Giancarlo Tulliani, la proprietà della società off shore proprietaria della casa di Montecarlo.
* Giustizia, stop a dialogo Pdl-Fli
Dopo "dossieraggio" contro Fini
Si sono bruscamente interrotti i colloqui tra gli "ambasciatori" di Berlusconi e Fini sui temi della giustizia. Negli ultimi giorni, il ministro Alfano con Italo Bocchino e Niccolò Ghedini con Giulia Bongiorno avevano avviato colloqui per un'intesa. In ambienti vicini a Fini si sarebbe venuti in possesso di "elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio".
Giustizia, stop a dialogo Pdl-Fli
Così ripagano del dialogo sullo "scudo", quindi a questo punto ne traiamo le conseguenze: stop al confronto. E' in sintesi il ragionamento che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha svolto con i principali dirigenti FLi che hanno avuto modo di sentirlo, sfogandosi per quanto apparso su alcuni quotidiani che hanno riferito di un presunto documento proveniente dall'estero sulla vicenda di Montecarlo.
Se la campagna ha raggiunto questi livelli, si ragiona in ambienti di Fli, allora è inutile continuare sulla strada del dialogo, a partire dai temi della giustizia. Anche perché, è opinione diffusa dentro Fli, di altro non si tratta se non di un'operazione di "dossieraggio" che potrebbe avere nei prossimi giorni ulteriori capitoli e che mira a far dimettere il presidente della Camera prima del 29 settembre, quando il premier Berlusconi parlerà alla Camera.
L'accusa: "Costruiscono prove false"
Sempre in ambienti vicini a Fini si sarebbe venuti in possesso di "elementi che evidenziano una vera e propria attività di dossieraggio, con utilizzo di ingenti risorse di denaro in Italia e all'estero al fine di produrre e diffondere documentazione falsa". L'accusa viene esplicitata proprio da uno degli uomini più vicini a Fini, Carmelo Briguglio, che in qualità di membro del Copasir, ha annunciato l'intenzione di chiedere, al presidente D'Alema, "che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica assuma una decisa iniziativa in relazione alla pubblicazione di atti di dubbia autenticità, se non addirittura falsi, formalmente intestati ad Autorità di Stati stranieri, con lo scopo di alimentare la campagna scandalistica contro la terza carica dello Stato italiano".
"In particolare - aggiunge Briguglio - chiederò di approfondire, al di là delle smentite ufficiali, sia la possibile partecipazione a questa azione di dossieraggio di pezzi di Servizi deviati, sia l'attività della nostra intelligence a tutela delle massime cariche della Repubblica rispetto a manovre messe in atto anche all'estero ai danni del Presidente della Camera dei Deputati". "A fronte di responsabilita' e competenze della Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Affari Esteri, considero una gravissima anomalia - ha detto Briguglio - che tali atti siano pubblicati e utilizzati con grande evidenza dal quotidiano di famiglia del Presidente del Consiglio per alimentare una incessante campagna scandalistica ai danni del Presidente di un ramo del Parlamento".
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[QUOTE=Proff Termidor,23/9/2010, 13]
Povero Fini...
anche lui come gli altri... :mava:
beh, la mano sul fuoco non ce la metto per nessun nostro politico!
e si parla di senso diffuso di sfiducia nella politica poi...
come mai? :hahah:
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[QUOTE=CiaoSilvia,23/9/2010, 20]
Fli: "Dossier fatto da un uomo del premier"
Accuse a Lavitola, editore dell'Avanti
ROMA - "Falso e diffamatorio chiamare in causa i servizi segreti". Palazzo Chigi contro Gianfranco Fini e il Fli: che ieri, a proposito degli articoli sul Giornale avevano parlato di "azioni di dossieraggio contro di noi" 1. La presidenza del Consiglio, lette le accuse contro i servizi, utilizzati secondo loro "per colpire la terza carica dello Stato" sulla casa di Montecarlo, reagisce con forza. E comincia una giornata nel segno del botta e risposta, fino a quando viene fuori nome e cognome della persona che sarebbe coinvolta nella costruzione della presunta "patacca": Valter Lavitola, editore e direttore dell'Avanti.
Il comunicato in mattinata. "Le illazioni, le voci e le congetture apparse su alcuni quotidiani in relazione ad una presunta attività di dossieraggio sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento", scrivono a Palazzo Chigi. "I 'Servizi' nelle loro diverse articolazioni e la Guardia di Finanza hanno già provveduto a smentire, non avendo mai svolto alcuna attività, né diretta né indiretta, né in Italia né all'estero, in relazione a queste voci. Di fronte alla gravità di queste insinuazioni la Presidenza del Consiglio non può non denunciare la totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica, ben sapendo che esse non hanno il minimo fondamento". Ma Italo Bocchino, capogruppo di Fli replica: "Nessuno ha mai dubitato della lealtà istituzionale dei nostri apparati di sicurezza. Il problema semmai è avere certezza che, come accaduto in passato, non ci siano azioni torbide, illegali, deviate che, come tali, non sono certo a conoscenza dei vertici. E questa certezza purtroppo non la pu avere nessuno, come dimostrano tante vicende anche recenti (vedi Pio Pompa)". Poi aggiunge la stilettata: "Il dossier è stato prodotto ad arte da un persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica di cui al momento opportuno saprete il nome". E il suo collega Carmelo Briguglio aggiunge: "Rinviamo al mittente le accuse di irresponsabilità, che la presidenza del Consiglio farebbe bene a indirizzare ad altri destinatari nelle immediate vicinanze".
Le smentite. E poco prima il Dis aveva preso posizione. "Con riferimento alle voci - si legge in una nota del Dipartimento di informazione per la sicurezza - alle insinuazioni e alle false notizie, riportate anche oggi dalla stampa, su presunte iniziative svolte in Italia e all'estero in merito all'immobile di Montecarlo, il Dis, sulla base delle formali assicurazioni in tal senso ricevute dai direttori dell'Aise e dell'Aisi, ribadisce l'assoluta infondatezza di quanto pubblicato in ordine ad attività di qualsiasi natura attribuite ai servizi di informazione per la sicurezza".
Molto più laconica la Guardia di Finanza che interviene con una nota del comando generale. "In relazione alle indiscrezioni giornalistiche anche oggi apparse sugli organi di stampa sulla vicenda di cronaca nota come 'la casa di Mmontecarlo', la Guardia di Finanza precisa che nessun suo appartenente ha svolto o sta svolgendo attività investigativa in territorio estero".
L'interrogazione. "E' assolutamente urgente che il governo italiano chiarisca che i nostri servizi servizi non sono coinvolti nelle vicende di dossieraggio che avrebbero avuto origine nei Caraibi e che riguardano il presidente della Camera Fini" chiede il senatore del Pd, Luigi Zanda, in un'interrogazione parlamentare. Secondo Zanda, "l'operazione di dossieraggio sarebbe stata compiuta in un'isola dei Caraibi, luogo noto anche per essere spesso frequentato da personaggi italiani di dubbia o pessima reputazione, operativi anche in altri paesi dell'America Latina".
In attesa che l'esecutivo chiarisca, gli uomini più vicini al presidente della Camera ritengono di aver raggiunto la ragionevole certezza per identificare l'uomo che ha manipolato e diffuso la falsa comunicazione del ministro della giustizia dell'isola off shore di Santa Lucia, nei Caraibi dove sono state costituite le società proprietarie dell'appartamento di Montecarlo abitato dal cogmnato di Fini, Giancarlo Tulliani. Italo Bocchino, capogruppo del Fli alla Camera, conferma: "Due fonti diverse, una nazionale e l'altra internazionale, ci hanno ribadito che si tratta di una persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica. Presto questo nome salterà fuori". Secondo gli uomini vicini a Gianfranco Fini, come Repubblica ha potuto accertare, la persona coinvolta sarebbe Valter Lavitola, editore e direttore dell'Avanti.
Ma i finiani insistono: "Una patacca". Bocchino, annunciando che il gruppo ha avuto l'adesione di Giampiero Catone del Pdl, rilancia: "Berlusconi non può mandare Ghedini e Alfano a dialogare con noi e poi ricevere Feltri e Sallusti per propagare le patacche". Il dialogo sul lodo Alfano era stato avviato ma ora di fronte "all'escalation della campagna mediatica contro Fini e i dossier basati su falsità, non si seguiranno le vie brevi per il lodo Alfano ma quelle regolamentari". Di 'patacche' parla anche Fabio Granata: "Ora è ufficiale, hanno scoperto che quel documento è una patacca, una fotocopia - ha detto Granata, conversando in Transatlantico e riferendosi al documento pubblicato sul 'Giornale' sulla vicenda della casa di Montecarlo. Il Fatto pubblica una dichiarazione della stamperia dello Stato di Santa Lucia: "Il documento Tulliani non è nostro".
In serata, Granata si confronta al Tg1 con Vittorio Feltri. E ribadisce: "Il documento in cui Tulliani viene indicato come proprietario della casa di Montecarlo è un falso: siamo a un killeraggio gestito da due giornali, di cui uno di proprietà della famiglia del premier". I due giornali di Santo Domingo che lo hanno pubblicato, lo hanno in seguito rimosso dai server.
se il documento si rilevasse falso, creato dagli uomini di berlusconi usando pezzi dei sevizi segreti, mi chiedo se i berlusconiani si renderanno finalmente conto del pericolo che rappresenta berlusconi per la democrazia, o se faranno finta ancora una volta che tutto va bene
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