[Quote 00mya00]
Spunto interessante da una discussione nata nel bar:
Mya: am pias gnanca 'na frisa
Beat: chi mi fa interprete?
Mya: E' piemontese (...)
Beat: Può essere di dove vuole, ma io comprendo solo la mia di lingua. Ossia l'italiano.
Mya: Specificavo solo la provenienza.
Comunque secondo me è un male non sapere il dialetto. Ben chiaro: non voglio ci sia gente che non sa l'italiano a favore di questo. Le persone DEVONO sapere correttamente la propria lingua e - soprattutto - saper riconoscere quando è consono l'utilizzo di una piuttosto che dell'altro.
Però...si tratta di patrimonio culturale ed è un dispiacere perderlo
Beat: A mio parere è tutt' altro che culturale, visto che la nostra lingua ufficiale ''dovrebbe'' essere un' altra
Fan: io AMO il mio dialetto (nn si era notato lo so ).
in certi momenti aiuta molto, soprattutto quando sto nervosa.
l'italiano nn esprime certi concetti mentre il dialetto si e anche in modo egregio.
il dialetto fa parte di noi beat, nn puoi eliminarlo a favore dell'italiano.
devi far convivere entrambi.
in fondo sono nati prima i dialetti e poi l'italiano nazionale.
Ebbene, qual è la vostra posizione in merito? [/QUOTE]
[QUOTE=fan000,29/9/2010, 15:24]
come già espresso ne lbar credo che il dialetto sia una parte fondamentale della nostra educazione e mentalità.
ovviamente non bisogna parlare totalmente il dialetto o l'italiano, ma utilizzare l'uno o l'altro nei momenti opportuni.
[/QUOTE]
[QUOTE=CiaoSilvia,29/9/2010, 21:14]
sono d'accordo con Mya e Fann
sarebbe un peccato perdere i dialetti, non saanno indispensabili, ma sono sempre le radici del nostro passato.... in piu', come ha detto Fann, l'italiano non esprime certi concetti mentre il dialetto si.
[/QUOTE]
[QUOTE=BeatOFPleasure,29/9/2010, 23:21]
Quali concetti?
[/QUOTE]
[QUOTE=00mya00,30/9/2010, 09:13]
[QUOTE=BeatOFPleasure,29/9/2010, 23:21]
Quali concetti?
[/QUOTE]
Concetti che possono anche essere espressi in italiano, ma che perderebbero molte delle sfumature perchè il dialetto rende queste espressioni in modo più colorito traendo ispirazione dalla tradizione del luogo.
Ti faccio un esempio con il piemontese; per mandare a quel paese qualcuno si usa <b>Va ad ansaché ‘d nebia</b> (va a insaccare della nebbia), perchè è risaputo che in Piemonte la nebbia abbondi. Sicuramente un detto del genere a Catania non avrebbe senso di esistere. Tanto meno <b>Ma va a spané ‘d melia!</b> (va a sfogliare granturco): lavoro ingrato, lavoro che spesso si andava a fare presso altre cascine, magari distanti dalla propria abitazione e in cambio di un tozzo di pane, o di un sacchettodi farina, qualora fosse pronta.
In altre regioni ci saranno sicuramente modi di dire con significato equivalente ma reso "proprio" grazie a riferimenti alla propria tradizione.
[/QUOTE]
Spunto interessante da una discussione nata nel bar:
Mya: am pias gnanca 'na frisa
Beat: chi mi fa interprete?
Mya: E' piemontese (...)
Beat: Può essere di dove vuole, ma io comprendo solo la mia di lingua. Ossia l'italiano.
Mya: Specificavo solo la provenienza.
Comunque secondo me è un male non sapere il dialetto. Ben chiaro: non voglio ci sia gente che non sa l'italiano a favore di questo. Le persone DEVONO sapere correttamente la propria lingua e - soprattutto - saper riconoscere quando è consono l'utilizzo di una piuttosto che dell'altro.
Però...si tratta di patrimonio culturale ed è un dispiacere perderlo
Beat: A mio parere è tutt' altro che culturale, visto che la nostra lingua ufficiale ''dovrebbe'' essere un' altra
Fan: io AMO il mio dialetto (nn si era notato lo so ).
in certi momenti aiuta molto, soprattutto quando sto nervosa.
l'italiano nn esprime certi concetti mentre il dialetto si e anche in modo egregio.
il dialetto fa parte di noi beat, nn puoi eliminarlo a favore dell'italiano.
devi far convivere entrambi.
in fondo sono nati prima i dialetti e poi l'italiano nazionale.
Ebbene, qual è la vostra posizione in merito? [/QUOTE]
[QUOTE=fan000,29/9/2010, 15:24]
come già espresso ne lbar credo che il dialetto sia una parte fondamentale della nostra educazione e mentalità.
ovviamente non bisogna parlare totalmente il dialetto o l'italiano, ma utilizzare l'uno o l'altro nei momenti opportuni.
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[QUOTE=CiaoSilvia,29/9/2010, 21:14]
sono d'accordo con Mya e Fann
sarebbe un peccato perdere i dialetti, non saanno indispensabili, ma sono sempre le radici del nostro passato.... in piu', come ha detto Fann, l'italiano non esprime certi concetti mentre il dialetto si.
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[QUOTE=BeatOFPleasure,29/9/2010, 23:21]
Quali concetti?
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[QUOTE=00mya00,30/9/2010, 09:13]
[QUOTE=BeatOFPleasure,29/9/2010, 23:21]
Quali concetti?
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Concetti che possono anche essere espressi in italiano, ma che perderebbero molte delle sfumature perchè il dialetto rende queste espressioni in modo più colorito traendo ispirazione dalla tradizione del luogo.
Ti faccio un esempio con il piemontese; per mandare a quel paese qualcuno si usa <b>Va ad ansaché ‘d nebia</b> (va a insaccare della nebbia), perchè è risaputo che in Piemonte la nebbia abbondi. Sicuramente un detto del genere a Catania non avrebbe senso di esistere. Tanto meno <b>Ma va a spané ‘d melia!</b> (va a sfogliare granturco): lavoro ingrato, lavoro che spesso si andava a fare presso altre cascine, magari distanti dalla propria abitazione e in cambio di un tozzo di pane, o di un sacchettodi farina, qualora fosse pronta.
In altre regioni ci saranno sicuramente modi di dire con significato equivalente ma reso "proprio" grazie a riferimenti alla propria tradizione.
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